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La speranza dei 4

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Questo argomento contiene 70 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da  Antonio Barbato 13 anni, 6 mesi fa.

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  • #4466 Risposta

    Utente Ospite

    Parlando di comprensione intendevo assolutamente la compassione infatti parlavo di empatia e di sospensione del giudizio non per formularlo in un secondo momento ma per oltrepassarlo con qualcosa di diverso che per l’appunto tu chiami molto bene compassione. Non parlavo di un capire della mente ,anzi al contrario di una resa della stessa visto che non attraversiamo le cose degli altri e se pure condividiamo un’esperienza sarà sempre con intensità e sfumature diverse.,parlavo di un’accettazione del cuore . Mi sembra … che forse la vediamo in modo simile, almeno credo. Sull’umiltà e sui limiti personali non lo so, essere consapevole dei propri limiti non comporta necessariamente essere umili e quando tu avvicini i limiti altrui ai tuoi che capisci che non hai nulla da insegnare ma solo puoi mettere a disposizione la tua comprensione nel senso che ho già spiegato. Per me l’umiltà è non avere mai la risposta preconfezionata e mai la verità in tasca. Ci sono tante persone molto consapevoli dei propri limiti ma proprio per questo goffe nei moti del cuore, la consapevolezza del proprio limite non sempre è amore per se stessi e tanto meno per l’altro. Anzi…più attingiamo alla risorsa positiva invece che al limite che ci è proprio e più possiamo avvicinarci all’altro, essere presente emotivamente nella situazione. Qual’è la risposta alla domanda numero due? Qual’è questa caratteristica che ci fa sforzare per ottenere l’appagamento? Non saprei rispondere per me ho trovato un’altra strada che è l’accettazione totale dell’inappagatezza. E’ una strada in certi momenti dolorosa ma lo è fin quando non riesci a staccare tutti i fili dalla corrente. Per accettazione intendo la piena consapevolezza che il non sentirsi appagati dipende esclusivamente da me stessa, è una cosa che appartiene a me e dunque l’unica cosa saggia è convivere con la certezza che in questa vita nulla basterà a placare questo desiderio che va oltre, che non è mai il tutto che si desidera. Invece di posticipare la soddisfazione ci si rinuncia , ne rimane comunque una piccola scintilla intima che a che fare con un soffio vitale che è trascendente, quella piccola grazia che ci riempie tutti e che continua a soffiare e ad alimentare quell’assurda speranza di cui parlavo nel post iniziale. In questo momento vorrei vivere con solo un saio, senza aver bisogno di nulla e sempre più è e sarà così. Logicamente non intendo solo come benessere materiale. Un’ultima cosa ma arrivano anche a te delle sensazioni energetiche che passano attraverso le parole scritte e la sfilza dei punti interrogativi e la scelta delle parole anche attraverso il computer? Perchè sei spesso così arrabbiata?

    #4467 Risposta

    Sirenella

    Caro utente ospite, scusa, ma ho notato che nei tuoi interventi tu continui a fare affermazioni attribuendo alle parole ad es. umiltà, comprensione, compassione un significato che “secondo te… è”. Tutto quanto scrivi sembra sentito e vero per te. Non discuto infatti il senso della tua spontaneità e desiderio di comunicare, che apprezzo e sento e ricambio. Il punto è che soggettivizzare troppo i significati, deformare il senso oggettivo delle parole, dei concetti, per renderlo personale e solo tuo, non ci permette più di comunicare, perchè io chiedo acqua, ad esempio, e tu mi rispondi latte. Io ci riprovo a fare le due domande, e ti invito, in maniera non provocatoria ma spero stimolante per te a rispondere con pochissime parole, pochi aggettivi “aderenti” ai loro significati reali, e non personali, magari con tanto di dizionario davanti se questo esercizio è utile. L’empatia e’ comprensione, anche se emozionale e da questo non si può prescindere. Io ti chiedo nuovamente: e se non capisci? Se la situazione che ti si pone non è accettabile o non è comprensibile? Dove si cela l’umiltà quando si è convinti di poter empatizzare con tutto o tutti? Quando tu non capisci, non puoi o non te lo permettono, cosa fai? se l’umiltà avesse a che fare coi propri limiti “indipendentemente” da quelli altrui? Guardate che la compassione non sempre ha un’accezione positiva, non sempre ci spinge all’amore ma talvolta ai sentimenti opposti. Seconda domanda: qual’e’ quella caratteristica comune a tutti i 4 che permette loro di “sforzarsi” continuamente da piccoli e ostinatamente da adulti, per ottenere finalmente una sorta di appagamento? Avanti ragazzi, sopratutto tu Sveglione! Ce la fai a rispondere in poche parole a ciascuna domanda? Il mio scopo è unicamente quello di farvi “vedere” qualcosa….ma ci dovete arrivare da soli, perchè comincio a pensare che troppe chiacchiere non sono meglio dell’individuale consapevolezza. Io spero 🙂 e aspetto.

    #4468 Risposta

    Sirenella

    Rispondo alla tua ultima domanda separatamente perchè non desidero cumulare gli argomenti, utente ospite, sbagli…non sono arrabbiata, quasi mai quando scrivo quissu’ e se lo sono ne do sempre spiegazione. Quando mi capita di essere arrabbiata, in genere, vuol dire che qualcuno che amo o stimo, mi ha ferita. La mia energia impetuosa ha spesso creato sensazioni equivocabili, quissu’, ma chi mi conosce bene sa cosa mi fa arrabbiare e perchè. Sono una persona che ama ridere e sorridere e se non lo faccio vuol dire che il mio interlocutore mi fa sentire il peso della sua scostumatezza o mancanza di rispetto, ma non mi sembra sia questo il caso, davvero. Sono determinata, talvolta, questo secca, ma questo modo di scrivere meno quattresco e piu’ treesco, se mi permetti quest’appropriazione indebita ehehehe e’ un effetto dell’enneagramma, se tu vai a ripescare messaggi scritti da me due anni fa, potrai renderti conto di quanto tendevo a scrivere in maniera vorticosa, un po’ melanconica e appassionata cosi’ come fai tu, ad esempio, e non lo dico perche’ voglio essere puntuta ma perchè è una cosa che penso e te la esterno. Vedo in te quello che era mio. Vorrei farti vedere quello che vedo io. Forse e’ sbagliato? Forse, se tu ti tiri indietro ovviamente ti lascio andare. Dipende da te. I 4, quando fanno i 4, non se ne accorgono mai. Cosi’ come tu non riesci ad uscire al di fuori di te, per osservare le caratteristiche generali del tuo enneatipo (mi riferisco al tuo non rispondere alle mie domande parlando in generale e non in maniera personale) forse ti perdi l’occasione di essere una fra tante, decodificabile, niente affatto misteriosa, niente affatto esclusiva, ma inevitabilmente unica perche’ tutti lo siamo. Pensi che il mio voler puntualizzare certe cose nasca dalla rabbia, come mai? 🙂 come mai non pensi che magari ho imparato cose che possono scuoterti ed esserti di aiuto? Magari no, e’ ovvio, ma se non ne parliamo non puoi scoprirlo. Parli di empatia, comprensione e compassione eppure nella mia schiettezza non vedi altro che rabbia. E’ interessante e nemmeno tanto strano a volerci pensare bene. Anche io del resto mi sono scoperta ferocemente insofferente ai 4 che manifestano caratteristiche che prima sentivo troppo mie, che non combattevo, alle quali soggiacevo. Ti identifichi con una rabbia che senti mia? 🙂 Prova a leggere quello che scrivo con un tono scorrevole, rilassato, quasi un po’ indifferente…se ti va…e magari dimmi se questa sensazione permane, perche’ sono curiosa…

    #4469 Risposta

    Sirenella

    Scusa scottolosvegliolo con te faccio i conti di persona, che tanto prima di scrivere di nuovo ci fai aspettare natale! ppprrrrrrr 🙂

    #4470 Risposta

    Utente Ospite/Lo sveglio

    Se vuoi fare i conti con me con la stessa rabbia con cui hai risposto, mi sa che ti eviterò accuratamente. prrrrrrrrrrrr. Ciao 4 che non fa più il 4! prrrrrrrrrrr! visto?….. ho risposto prima di natale!

    #4471 Risposta

    Utente Ospite/Lo sveglio

    Dopo questa risposta penso che dovrò laciare Napoli!!!!!!!!!!

    #4472 Risposta

    Sirenella

    ….aaahhhh ma sapete vedere solo la rabbia eh?? dimentichi la perfidia gnah gnah…ricorda che so dove abiti! ppprrrrrrrrrr

    #4473 Risposta

    Utente Ospite

    Dunque cosa succede se non capisco? Mi ritiro. Evitando il giudizio. Anche questa è una forma di comprensione – compassione. Attraverso la strada e guardo un pò più da lontano. Non mi sembra un essere puntuti l’affermare che scrivo in maniera vorticosa, malinconica e appassionata, infatti credo che sia proprio così. Ognuno ha uno stile che gli è proprio e che lo rispecchia. Mi fa piacere cercare di vedere il tuo punto di vista e ti rispondo volentieri. Non è vero che non riesco a vedere le caratteristiche generali del tipo e infatti lanciando questo post e quello di accettazione e rinuncia era proprio ciò che volevo rimarcare e condividere. Invece è verissimo che c’è una precisa volontà di rispondere in modo generale e non personale. Non è un meccanismo inconscio e involontario, un’incapacità, ma proprio una scelta ragionata, che è la stessa che non mi fa firmare. Insomma in questo momento ho piacere di discutere certe tematiche , se gli altri vogliono ovviamente, ma non ho piacere nel mettermi in gioco come persona. Sono arrivata alla conclusione che questo non sia il mezzo adatto per questa finalità. In questo momento sono un pò egoista e rifletto molto sulle risposte altrui usandole come leva di crescita. E’ la prima volta che mi comporto così, in genere o ci sono o non ci sono, è una modalità nuova per me. Non so se ho capito in verità alcune cose che dici se sbaglio smentiscimi tranquillamente. Pensi che voglia giocare ad essere misteriosa ed esclusiva? : -) 🙂 Non è così, è molto più semplice di così. Non sono una persona che si ammanta di atteggiamenti misteriosi anzi, sono anche troppo trasparente. E forse questo è il guaio:-) semplicemente ora non voglio essere vista,non voglio raccontare niente di me come persona , per un semplice meccanismo difensivo che io sento necessario per ragioni che sono esclusivamente mie cioè che non dipendono dagli atteggiamenti altrui ma dal momento psicologico che vivo. Sicuramente posso imparare cose che mi possono essere di aiuto così come penso che avrebbe potuto essere reciproco. Anche la mia sensazione di avvertire talvolta aggressività nel tuo modo di esprimerti potrebbe essere di aiuto a te. Sicuramente non corrisponde ad un tuo modo profondo di essere però la rimandi, almeno a me. Se invece pensi come mi sembra di capire che sia una proiezione… non so che dirti. Sono aggressiva anche io quando scrivo? Se mi dici di sì, allora ci penserò sopra. Non credo di confondere la passionalità con la rabbia essendo io stessa una persona molto passionale e accanita nel trasmettere le cose, so che spesso gli altri le confondono e si sentono attaccati anche quando non è nelle mie intenzioni. So anche che bisogna imparare a modulare un pò di più il modo di esprimersi, gli altri potrebbero aver ragione nel sentirsi a disagio anche se la mia è solo ansia di capire e non volontà di ferire. Credo che per te sia lo stesso. Secondo me ( e dico secondo me non perchè voglio essere soggettiva ma perchè non mi piace di imporre ciò che sento come verità ) se mi si fa notare qualcosa nel mio comportamento la cosa più semplice da fare per non guardarmi dentro è rigettare la palla convincendomi che il problema è dell’altro e che lo sta solo proiettando su di me. E’ un modo moilto efficace. In quanto alle caratteristiche proprie del 4 e che mi danno molto fastidio non c’è la rabbia anzi devo dire che addirittura trovo il conflitto un elemento importantissimo per la crescita di un rapporto sempre che sia una conflittualità sana e onesta, che non punti a ferire le persone ma a mettere in discussione i meccanismi dei comportamenti. Invece quello che non sopporto sono gli atteggiamenti vittimistici dei 4, soprattutto lo scaricare tutto sulla cattiva sorte, quelli mi danno un fastidio insopportabile , ed è una cosa che sento di combattere dentro di me con tanta ferocia che hai proprio ragione deve essere la prova di qualcosa che rode a me dentro. Una tentazione. Una possibile cosa che nego perchè non mi voglio sentire così. Perchè sono orgogliosa e mi piace prendermi le mie responsabilità, perchè non voglio sentirmi defraudata di niente dal destino ma solo consapevole che il destino me lo creo da sola. E se no… che fine fa la speranza???

    #4474 Risposta

    Utente Ospite

    Scusami, non solo sono stata prolissa e verbosa ma addiritura sento di non esserlo stata abbastanza:-). Ti voglio dire quello che è successo a me nel corso degli anni. Rimanevo colpita e dispiaciuta se gli altri non comprendevano che la mia era solo schiettezza, sincerità. Addirittura a volte mi dicevo non voglione vedere le cose come stanno, eppure sono così chiare! Dovrebbero capire almeno che quando parlano con me sanno cosa devono aspettarsi non li blandirò perchè non è questo che a loro serve proprio come non serve ame. Io voglio guardare la cruda verità in faccia e anche loro lo vorranno no? Altrimenti perchè parlarne, a che scopo se non vogliono uscire dall’impasse. Ti sto parlando vreramente di tanti tanti anni fa. Le esperienze mi hanno insegnato che le cose non stanno affatto così. Tante volte il tempo mi ha dimostrato che magari certe mie analisi erano giuste ma che quando sono state formulate l’altra persona non si trovava nel momento giusto per recepirle. Ho capito che questo è un diritto dell’altra persona. Ho capito che ilmodo in cui si passano le cose, le parole scelte, il tono di voce, la mimica, i mssaggi meta linguistici sono molto molto più importanti di quello ch pensavo. Io credevo che l’unica cosa importante fosse il contenuto espresso e la sincerità di chi lo esprimeva. Invece oggi so che non è così. Spesso bisogna essere delicati, saper aspettare il momento giusto, saper trovare il modo, capire che dietro la resistenza altrui, dietro la diffidenza c’è un ostacolo che porta sofferenza per prima alla persona che lo mette in atto. A volte bisogna saper aspettare e tacere. Evitare di schiaffare sotto il muso altrui le lampanti verità che osserviamo. Non dico di tacere per convenienza ma per rispetto. E domandarsi sempre se la mia verità va bene per quella persona in quel momento. E se decido di dirla lo stesso cerco di evitare di essere cruda come invece sono con me stessa. L’altro ha diritto di sentirsi ferito. Ha diritto a non sentirsi invaso. Vuole comprensione ed affetto oltre che logica e verità. Proprio come me. Come tutti. Sciogliendo questi atteggiamenti a volte solo facendo capire che ci siamo, siamo lì ed ascoltiamo, che non è importante che siamo d’accordo o no sul comportamento ma che tuttavia possiamo comprenderlo, allora si aprono dei varchi inaspettati in un dono che è veramente reciproco. Perchè l’altro supera la propria paura di essere incasellato o attaccato e ti dona tantissimo della sua esperienza e tu della tua. Questa è umiltà. Mi dispiace3 ma devo dire questa è umiltà PER ME. Se per altri è un’altra cosa sono felice di scoprire altri significati, altre sfaccettature che non possono che arricchirmi.

    #4475 Risposta

    Utente Ospite/Lo sveglio

    Non riesco a capire perchè questa la chiami umiltà.
    Per me questa è più…….., non so come chiamarla, …….. direi una voglia di aiutare il prossimo che trascende i propri limiti. E’ una bellissima cosa!!! Intendiamoci. Il fatto che tu abbia compreso che per aiutare qualcuno non bisogna “prenderlo a schiaffi”o afferrargli la testa e sbattergliela contro il “muro della verità” è bellissimo. Ma, apparte che non è la regola, dove vedi l’umiltà.
    Sai come la vedo io??? Può essere che quel comportamento che adottavi, ossia il gettare le verità in faccia nude e crude in nome della sincerità, era un modo di affermare te stessa……….magari a volte anche un po’ aggressivo? non lo so azzardo!

    #4476 Risposta

    Utente Ospite/Lo sveglio

    Mi è scattato involontariamente l’invio.
    sia ben chiaro, affermare te stessa non penso che implichi cattiva fede. Penso che tu eri veramente convinta che quella fosse la verità e che l’unico modo di farla vedere era quello di “vomitarla addosso”. Diciamo, quindi che, fino a non so quanto tempo fa, hai agito in questo modo….evidentemente “sbilanciato”. Poi è successo qualcosa o magari una serie di cose che ti hanno fatto capire che forse non andava bene così. E che per raggiungere lo scopo, aiutare chi hai di fronte, bisogna un attimino essere più morbidi……….Ecco sono arrivato……..
    Secondo me questa tua “rinuncia” a quel modo di essere “duro”, anche se sincero e che sentivi più naturale, la stai identificando con “l’umiltà”.
    Sai,… non so se la chiamerei umiltà. Ho cercato su internet ed ecco una definizione che mi sembra molto azzeccata “Virtù che deriva dalla consapevolezza dei limiti della natura umana e che pone a freno sentimenti d’orgoglio e di superbia”. Forse hai sentito che ridimensionare i toni con cui spiattellavi la verità era una rinuncia a “orgoglio e superbia” perciò definisci umiltà tutto ciò???
    Io la parola umiltà la vedo molto più legata ai limiti umani e questa definizione me ne da conferma!! Prendendo la tua storia, il senso della parola umiltà l’avrei legato di più a ciò che tu chiami “verità”. In quello che scrivi tu dici che “hai la verità” e che gli altri non la vedevano ma…….se sei consapevole dei tuoi limiti, quando dici di vedere ciò che gli altri non vedono o che si rifiutano di vedere, sei veramente sicura di questo???Sicura che la tua é l’unica verità?? Guarda che le cose che sfuggono o che passano inosservate spesso sono determinanti e pensare di avere la verità è spesso un illusione. E per di più, spesso capita che più la difendi, quella tua verità, più ti convinci che è “LA verità” perchè non la guardi più per quello che è!! Ciao

    #4477 Risposta

    Sirenella

    Sono molto d’accordo con LOSveglio. Purtroppo la rinnovata prolissità delle risposte, nonostante avessi chiesto degli interventi brevissimi per condividere altri ragionamenti, mi impedisce di rispondere a tutto. In linea di massima quello che racconta l’utente ospite e’ esattamente la visione di un 4 che cerca attraverso l’esperienza piu’ o meno aggressiva della comprensione di capire gli altri e farsi capire. Si veste questo bisogno esistenziale di comprensione come di una virtù e per questo non si riesce a vedere che dietro c’e’ ben altro. Anche l’essere prolissi e’ un eccessivo attaccamento a questo ostinato vizio. Lo chiamo vizio perchè in questi termini, lo diventa, e perde la sua essenza di virtu’. Essere compreso per un 4 e’ di fondamentale importanza, ma ancora di piu’ lo e’ comprendere cosa vogliono gli altri. Attraverso lo strumento dell’empatia infatti tutti e sottolineo tutti i 4 cercano di decodificare le richieste genitoriali, per trasformarle in azioni che finalmente gli daranno la ricompensa tanto agognata: l’amore. Non l’otterranno mai, se non a piccole gocce. Per questo la speranza e’ essenziale per noi. Ci tiene in vita quel tanto che basta per provarci ancora e alimentare la nostra ostinazione e coazione a ripetere. Ma non era cosi’ che volevo affrontare l’argomento. Questa modalità e’ sbagliata a mio avviso. I testi diventano troppo lunghi e questo non e’ produttivo. Concordo,poi, sul concetto di umiltà e trovo che la definizione che LoSveglio ha trovato sia non solo esatta ma sia l’unica possibile. Non parliamo di modestia, di pacatezza, di saggezza o di saper rispettare i tempi altrui, ma di umiltà. Che e’ quella che ci fa comprendere che noi non siamo detentori delle verità altrui, che non possiamo sapere cosa è bene per gli altri, che dobbiamo fermarci, non per aspettare il momento opportuno e riaffermare noi stessi con pacatezza, ma che dobbiamo fermarci per non proseguire. Perchè c’e’ un limite. Quando c’e’ incomprensione noi 4 talvolta ci espandiamo talvolta ci ritiriamo, ma in quel ritirarci non c’e’ affatto umiltà. C’e’ attesa, meditazione, rivendicazione, orgoglio, delusione o qualunque altra cosa vuoi, ma non c’e’ la presa di atto che non si puo’. Che oltre non si va. Che l’altro non vuole capire, non e’ d’accordo o noi non capiamo e che ci sono momenti in cui le cose stanno così e basta. I limiti. Innanzitutto i nostri. Sapere riconoscere l’orgoglio prima di saper riconoscere l’umiltà? Perchè se non si sa riconoscere un atto di orgoglio anche sotto il gesto apparentemente più generoso allora non si può cogliere il senso dell’umiltà, non pensate? Ma anche stavolta le risposte cosi’ importanti si perdono in troppe parole che ne disperdono i significati e danno adito ad obiezioni che facilmente si distraggono dall’essenza delle cose. E non non vogliamo altro che rispondere eh si pero’….cosi’ ci distraiamo da cose che invece dovrebbero farci fermare, non e’ vero per molti? Si, utente ospite, ti sento aggressiva in alcune tue affermazioni, ed e’ vero tutto quanto dici sulla proiezione e sul voler rivolgere ad altri responsabilità sui propri comportamenti. E’ altrettanto vero che quando non sono aggressiva non lo sono e basta. Ne sono semplicemente consapevole. La consapevolezza mi costa fatica e sforzi continui ma non posso giocare con le parole quando aggressiva non sono. Mi spiace. Non posso assumermi la responsabilità di quello che tu vuoi percepire, non posso farci nulla, se non avvisarti che sei in errore. Sta a te decidere se lascio rimbalzare la palla per non vedere, se proietto o me ne frego. Puoi anche decidere che e’ vero quanto affermo, che sono una donna abbastanza intelligente e schietta e riflessiva da sapermi osservare e ammettere la mia aggressività quando la provo. Io più di così non posso. Del resto volerti convincere potrebbe essere un atto di arroganza o orgoglio e il tuo volermi vestire di un abito non mio potrebbe essere altrettanto. Decidi tu 🙂

    #4478 Risposta

    Utente Ospite

    mi dispiace di essere stata prolissa non pensavo potesse essere un problema in genere tu scrivi post molto lunghi anzi rispondendo ad Amelie in cacciatori di schiene lo hai ammesso tranquillamente dicendo che non era un problema. Effettivamente essere troppo lunghi a volte mette troppa carne a cuocere. Per tutto il resto va bene. Più sintetico di così 🙂

    #4479 Risposta

    Sirenella

    Vedi? 🙂 a me sembrava di averti chiesto di rispondere in maniera concisa a quelle due domande, e per questo motivo te le ho proposte due volte. Certamente sono prolissa, e chi dice di no, ma cosa c’entra con la mia richiesta? mah…vabe’…mi fermo qui.

    #4480 Risposta

    Utente Ospite

    Ho già risposto alle domande. Una era cosa fai se non capisci. Ho risposto mi ritiro. Tu hai dato la tua interpretazione di questo ritirarsi. Ne prendo atto. Alla seconda domanda qual’è la caratteristica…..non ho risposto chiedendo spiegazioni a te. L’hai fatto. Ho risposto sulla prolissità perchè ne hai parlato tu per 4 righe e mi sembrava creasse problemi. Meglio se non era una cosa importante. Ho fatto come suggerivi e sono andata a leggere i post più vecchi. E’ stato molto interessante. scattano sempre gli stessi meccanismi che provocano medesime reazioni in parecchie persone , fin quando non si ritirano tutti. Perciò quando ho scritto per il resto va bene ciò aveva un significato, vuol dire che ho capito.

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