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Tex e company

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  • #4374 Risposta

    Roberto Maieron

    Tex apparve nel 1948 come un ricercato dalla legge. Impulsivo, vendicativo, violento, mai un senso di colpa, con regole di vita proprie imposte agli altri, una visione del mondo dove le cose sono chiare: o bianche o nere, o con me o contro di me. Per me quindi e’ un otto. Ken Parker, condivido con Teresa, e’ un 5 (lo sempre sentito come mio fratello, di famiglia insomma). Paperino un quattro, Minnie e Paperina un tre, Alan Ford un 9 (sono d’accordo con l’utente ospite)… Con Antonio condivido l’idea del 3 di Capitan america. Non la vedo ugualmente su Topolino: a me pare piu’ un uno , primo perche’ io sono sempre molto sensibile interiormente verso gli uno (nel senso che ho fortisensazioni a loro cospetto) e poi perche’ l’ho sempre sentito giudicante verso Pippo che compassiona perche’ in realta’ disprezza e considera inferiore (ma e’ troppo perbenista per ammettere mai una cosa del genere).
    Dei supereroi l’Uomo Ragno (dicui si parla in questi giorni per il film) per me e’ un Sei (nei fumetti e’ irritante con i continui processi chje fa a se stesso, si autoaccusa di tutto – poi pero’ va in giro a spaccare la faccia ad altri…)

    #4375 Risposta

    Marina Pierini

    Domanda: ma quando un Tre indossa la maschera esistenziale di un Uno, o di un Otto, o di un Cinque tanto per fare degli esempi, come si fa a riconoscere che si tratta di un Tre che indossa il ruolo vincente di un Uno, di un Otto o di un Cinque pur non essendolo? Insomma, ricordiamo che il Tre è l’inganno, che inganna innazitutto se’ stesso. Se vive un personaggio, un ruolo che spesso è richiesto dal suo ambiente familiare e finisce con l’indossare la famosa maschera che gli aderisce al volto, tanto che nemmeno egli riesce a percepirla…come si fa a capire che un Tre è un Tre? Di tutti gli enneatipi il Tre è l’unico che può assumere apparentemente le sembianze di chiunque altro. E’ l’istrione, il camaleonte per eccellenza! Il carattere di un Uno potrebbe essere il tipo di persona che la famiglia proietta nei suoi desideri sul povero figliuolo, se questo è quello che gli viene indicato come comportamento vincente e degno di approvazione dal suo nucleo familiare, il povero (si fa per giocare) ragazzo non sarà un Uno come tanti, ma il “migliore” degli Uno! Insomma…. Non sara’ mica che i 4 sono gli sfigati per definizione e i Tre dei venditori porta a porta? L’enneagramma è tutto qui? Secondo me….ci sono alcuni clichè da sfatare…ed equivoci da chiarire…che ne pensate? Qualcuno sa rispondere alla mia domanda?

    #4376 Risposta

    Chiara

    E’ molto interessante questa domanda…Curiosissima mi associo anch’io…

    #4377 Risposta

    Elisabetta

    Io non capisco cosa vuoi dire Marina quando parli di “maschera” nel tipo 3, l’inganno nel tre consiste soprattutto nel non essere in contatto con i propri sentimenti ed i proprio desideri, questa posizione o stato esistenziale porta con sè, come per gli altri enneatipi, una grande sofferenza quando si comincia ad averne consapevolezza, quando coiè ci si rende conto di essere, con grande fatica, ciò che gli altri desiderano e di fare, incosapevolmente, ciò che gli altri si aspetano con il solo scopo di essere accettato o amato. Io per tanto tempo sono stata in bilico tra 3 e 5, ultimamente mi sono resa conto di essere sempre eccessivamente servizievole, sempre troppo attenta ai bisogni degli altri quando sono in compagnia, e questo mi ha portato a rivedere tanti miei comportamenti, mi sono resa conto che proprio questo atteggiamento è stato causa del mio desiderio di isolarmi. La stanchezza che avverto quando sono in compagnia spesso deriva da questa mia tendenza a non essere mai rilassata, a non essere cioè me stessa ed è questo che in questo periodo mi fa pensare di essere tre ed a cosa significhi non essere autentici. Per un tre significa essere sempre proiettato all’esterno e non avere percezione di quelli che sono realmente i propri bisogni. Quello che non capisco però è cosa intendi quando parli di tipi tre che indossano la maschera otto, uno o cinque.

    #4378 Risposta

    Sirenella

    Cara Elisabetta, io ti parlo del tipo Tre cosi’ come l’ho studiato con Antonio. E’ pur vero che ho arricchito, in questi due anni, la mia cultura enneagrammatica leggendo molto anche di altri autori e insegnanti. Posso quindi dirti per certo, date le mie conoscenze, che quello che tu racconti non e’ affatto un tre cosi’ come lo conosco io. La Passione del Tre e’ la Vanità. Dei tre tipi del cuore, il tre e’ quello che deve mettere da parte la propria sensibilità per poter indossare la maschera del vincente. Il tre dice: io sono ciò che faccio. Quindi se quello che faccio e’ vincente “io sono vincente”. Purtroppo in questo gioco esistenziale, se quello che faccio non somiglia all’uomo che e’ nella mia sensibilità, la mia vera natura deve essere soffocata, azzittita, ci si deve “distrarre” da ciò che si potrebbe percepire. A differenza di un Otto che risulta quindi desensibilizzato, il tre deve “distrarsi” per non ascoltare ciò che si muove nel profondo. le emozioni rischierebbero di allontanarlo dal raggiungimento dell’obiettivo, e questo non e’ possibile. L’evitamento del Tre e’ il fallimento, infatti. Aprire la diga della percezione profonda dei propri desideri significa correre il rischio di far vacillare i risultati dei propri obiettivi, che se falliscono, pongono il tre di fronte ad un fallimento che e’ esistenziale. L’inganno quindi del tre, ha a che fare innanzitutto con la propria personalità, che per risultare vincente ed adattarsi a ciò che il mercato vuole (o la società, la famiglia,il contesto in cui il tre deve agire per ottenere visibilità e successo) lo costringe alla maschera. Insomma, un essere umano, che deve adottare l’immagine vincente richiesta dal contesto in cui agisce, deve per forza di cose ingannare se stesso, convincersi di essere ciò che è richiesto per poi impegnarsi al massimo per essere “il meglio”. La tua tendenza alla disciplina quindi, non mi racconta nulla delle peculiarità del tre. Anche gli Uno, i Sei sociali, i nove e i cinque tendono alla disciplina per necessità di controllo sul caos. Con modalità diverse e per scopi diversi ma del caos e del controllo su di esso potremmo riparlare in altri momenti. Senza scendere in dettagli, quindi, che qui risulterebbero impossibli, questa disciplina in loro non ha lo scopo di portare la persona a brillare, ad essere il migliore, a mietere successi per potersi identificare in ciò che si ottiene, ad essere sotto un riflettore che illumina nella loro vanità lo scintillio dell’oro che li ricopre, che e’ quello che in sostanza fa un Tre. ovviamente non tutti i tre amano vestirsi di oro 🙂 ma sono sempre e comunque persone smaglianti, fashon, trandy, informatissimi, efficienti, aperti, sempre al centro dell’attenzione…non dimetichiamo che sono i vicini di casa dei Due e che amano i rapporti sociali, in quanto nella società che riconosce il loro status essi trovano la loro dimensione, esistono. E’ infine possibile, che il contesto in cui agisce un tre ritenga che l’espressione vincente sia rappresentata da qualcuno che agisce come un Uno. Ci saranno dei genitori, sempre ad esempio, che insegneranno a quel bambino tre che per poter ottenere il risultato prefissato bisogna essere rigidi, integerrimi, esigenti con sè stessi, sempre perfetti e cosi’ via. Il tre quindi indosserà la maschera, lui “diventera’” l’Uno per eccellenza. Otterra’ i risultati migliori, ma sarà pur sempre un Tre che “imita”. Io spero che il Capitano intervenga con il suo modo sempre efficiente e sintetico per chiarire quello che forse io ho lasciato in ombra. Alcuni personaggi famosi Tre, sono Tom Cruise, Jane Fonda, Richard Gere, Barbra Straisand, Arnold Swarznegger, Silvester Stallone, Oscar Wilde ecc. ecc. Se ti può ispirare, l’attrice Jane fonda fa proprio parte di quel gruppo di persone che hanno cambiato la loro immagine durante il corso della loro vita, e che a seconda delle circostanze potevano sembrare “altro”, non certo un Tre a prima vista.

    #4379 Risposta

    Marina Pierini

    Eli, aggiungo una postilla a quanto ho detto, che forse potrà esserti di aiuto. Il rapporto con la sensibilità e la percezione emozionale di alcuni enneatipi, se osservati in maniera poco chiara può creare equivoci. Il rapporto di un Otto, per cominciare, e’ quello della “desensibilizzazione”. Un 8 per ottenere ciò che vuole, anche a discapito di chi si oppone, per mostrarsi forte e privo di qualunque debolezza deve “ispessirsi” nei confronti di sentimenti che lo renderebbero appunto debole. L’otto prende ciò che vuole perchè sente che ciò gli è dovuto a dispetto di altri, a lui è dovuto perchè è forte, agli altri il compito di dimostrargli di essere all’altezza. Provare sentimenti, non gli può consentire di prendere e pretendere perchè questo gli farebbe percepire le ragioni dell’altro, ponendolo in conflitto coi suoi desideri. Un Cinque, ha la necessità di “raggelare” il proprio spettro emozionale, perchè la necessità tipica dell’avarizia di trattenere energie, lo spinge ad una sorta di congelamento che non cede nulla, al massimo attinge calore altrui, ma limita al massimo qualunque dispersione. Anche per questo, spesso gli scatti di ira, rari ma umani, di un cinque durano pochissimo, e quando si rischia un conflitto o una discussione accesa il cinque tende a ritrarsi, mollando la presa e cedendo terreno all’altro. Meglio perdere qualcosa di materiale che le proprie energie vitali. Per un tre invece, il rapporto con i sentimenti è di “distrazione”. Annulla gli impeti emozionali, gli impulsi. Questo enneatipo azzera gli impulsi negativi (nel senso di percezione di carenza) del tipo 4 e quelli positivi (nel senso che e’ percepita un’abbondanza) di quelli del tipo 2 (cosi’ come il 9 azzera l’azione del tipo 1 e del tipo 8 e il tipo Sei si blocca tra l’estrema volatilità del 7 e l’immobilità del 5). In questo modo, voltandosi verso uno spazio diciamo cosi’ “centrale” in cui nessuna delle due posizioni emozionali è percepita il 3 si distrae, non e’ che non prova emozioni, cerca solo di metterle da parte, di non lasciarle salire, non analizzarle, così che qualunque ruolo stia recitando possa essere vincente. Giungere all’obiettivo è necessario, fare 3 cose contemporaneamente lo fa sentire utile ed efficace. Il tre è un personaggio in cerca di autore, che una volta individuato il ruolo (la maschera che inganna suo malgrado) ci si butta dentro anima corpo e….e il cuore deve tacere. Come ti ci trovi con queste informazioni? Fammi sapere…baci.

    #4380 Risposta

    Elisabetta

    Capisco quello che dici ed è vero che un tre è “emozionalmente vivo” ma che tende a scollegarsi da se stesso pur di mantenere inalterati gli equilibri e raggiungere gli scopi che, di voltain volte, si prefigge. Questo però non vuol dire che come tipologia di carattere non sia ben delineata con caratteristiche che gli sono proprie e che difficilmente, come avviene per tutti, possono essere modificate a proprio piacere. Anche se il tre è il più eterodiretto e camaleontico di tutti i tipi, non può secondo me prendere le sembianze di un otto o di altri, se le circostanze lo richiedono. Parliamo di persone molto controllate, che generalmente riescono ad essere in ogni occasione adeguate ma i criteri ai quali si rapportano sono sempre modelli culturalmente ed oggettivamente accettati dalla società, per questo non credo sia facile per un tre adeguarsi agli standard di altri tipi attraverso una totale modificazione di se stessi.

    #4381 Risposta

    Elisabetta

    Forse il tipo tre, almeno per me è il più difficile da comprendere. Persino il DSM del 1980 ha tolto questa personalità, che non essendo giudicata patologica ma funzionale alla società, è stata fatta rientrare come forma più lieve, nel disturbo di personalità istrionica. Io per esempio vedo il tipo tre molto più vicino alla personalità ossessiva cioè al tipo 1 che non al vicino 2, che sembra molto più spontaneo ed emozionalmente più autentico. Comunque il tre resta sempre molto moderato, non si ricopre d’oro, secondo il mio parere la vanità è in realtà camuffata da un lavoro incessante, che richiede uno sforzo tale
    da risultare quasi, per che ne è l’artefice, un piccolo e meritato premio. Quello che avverto inoltre dietro questo comportamento è anche un desiderio di essere accettati dagli altri con il convincimento inconsapevole di essere amati solo se si raggiungono dei risultati attraverso i quali ci si riconosce come persone degne di amore. Non so, questo mi rattrista molto.

    #4382 Risposta

    Elisabetta

    Scusate se scrivo a “pezzi”, ma sono a casa ed ho paura di perdere la connessione.

    #4383 Risposta

    Antonio Barbato

    Interessante questa discussione che richiama anche, seppur indirettamente, le motivazioni per le quali Roberto vedeva Tex come un Otto e non come un Tre. La domanda posta da Sirenella è semplice, ma la richiamo per meglio rispondere: dato che il Tre nel suo camaleontismo è capace di assumere qualsiasi forma, come si fa a distinguere un Tre che ha preso come modello accettato quello, ad esempio, di una persona irresoluta, timida e riservata, dalla tipologia (che nel esempio che ho fatto può essere tanto di un Sei quanto di un Cinque) che quelle caratteristiche sente in se? La risposta, ancora una volta, si può trovare nelle connotazioni fondamentantali delle passioni. Un Tre che assume la veste di giustiziere e vendicatore dei torti manterrà inalterata la propria tendenza a voler essere il migliore, ad essere il più veloce nello sparare, nel cavalcare senza stancarsi mai (un tratto che invidio apertamente a tanti Tre che riescono ad auto produrre una sorta di addittivo naturale), nel trovare le tracce anche più insignificanti, nell’ottenere insomma il meritato tratto di essere “er più”, come direbbero gli amici romani. Ovviamente, come ben sapevano gli antichi scrittori cristiani, la Vanità può celarsi anche dietro al suo apparente contrario, una forma di modestia apparente in base alla quale si rifiuta ogni premio dicendo con ingannevole auto soddisfazione: no, grazie, il premio non mi serve, ho già ottenuto il mio riconoscimento.
    Seguite sempre le linee fondamentali del sistema e non perdetevi dietro ai singoli tratti, questo è il mio modesto consiglio. Un saluto affettuoso a tutti dal vostro Capitano

    #4384 Risposta

    Roberto Maieron

    Questo e’ un colpo basso Antonio. Mi sarei giocato la casa che Tex era un otto. Ma quello che dici, benchè mi sforzi in tutti i modi di non vederlo, è proprio vero: Tex è un Tre.
    Questo camaleontismo del Tre, di cui ha parlato Sirenella, è veramente un argomento molto interessante, cui finora avevo prestato un’attenzione superficiale…

    #4385 Risposta

    Elisabetta

    Allora Antonio tu confermi che il tipo tre non possiede caratteristiche sue proprie e che la vanità può celarsi ovunque, sotto ogni forma o tipo di atteggiamento che la persona ritiene sia un modello comportamentale accettato dal contesto sociale o dalla famiglia. Come ho già detto dall’osservazione di alcuni miei atteggiamenti stò vedendo come la vanità si possa nascondere ai nostri stessi occhi, la mia stanchezza cronica forse deriva proprio da questo desiderio di essere troppo presente in famiglia, di essere troppo perfetta e disponibile per tutti, questa consapevolezza brucia dentro e da questo dolore percepisco una verità che mi sono negata sempre. Sapete cosa mi fa tanto soffrire ? Soprattutto il termine “comportamento mercantile” ….questo veramente lo sento tanto negativo e mi pesa addosso come un macigno.

    #4386 Risposta

    Teresa

    Eli quando ero più piccola restavo disorientata di fronte alle affermazioni dei grandi, soprattutto delle nonne le quali commentando il comportamento di qualcuno dicevano ” Che vuoi fare, è carattere”. Io credevo fossimo tutti uguali e che ognuno scegliesse di essere quello che mostrava di essere. Quindi per me uno stronzo era proprio tale. Ora abbi pazienza, non ti rattristare se il comportamento del Tre viene definito “mercantile”, è carattere mò ci vuole, noi siamo altro. Pensa alla finta generosità del Due, alla pavidità del Sei, al vittimismo del Quattro e così via, sono bei comportamenti questi? A me pare proprio di no, ma grazie all’enneagramma e a quanto voglio che conti nella mia vita, ogni tanto scelgo di guardare dietro la maschera che ognuno porta e di vedere tutto il bello e l’umano che c’è.

    #4387 Risposta

    Elisabetta

    Grazie Teri per il conforto che mi dai. Il termine mercantile mi ha sempre fatto un brutto effetto, sa di falso ma sai, come accade per tutti i tipi, i comportamenti vengono modificati senza che noi ci accorgiamo di quanto ci accade intorno. Io ho avuto un’infanzia, un’adolescenza ed anche il periodo di gioventù molto difficili, mi sono sempre sentita molto più grande di quanto fossi in realtà per il senso di responsabilità e la preoccupazione che ho sempre avuto nei confronti della mia famiglia, questo mi ha impedito di crescere in maniera spensierata e spontanea. Un tre non modifica il proprio comportamento solo per vincere o per ottenere prestigio, io credo di aver sempre sentito la necessità di essere “brava”, di non creare problemi di alcun tipo, di non chiede o di chiedere il meno possibile e cosa comporta questo? Non è forse anche questo un condizionamento che obbliga in qualche modo a non poter entrare in contatto con i propri desideri o ad esternare i propri bisogni ? Mi chiedo perchè il tipo in questione deve essere descritto come allegro e gioviale quando invece, spesso, si carica di eccessive responsabilità tanto da sentire, a volte, un insostenibile peso sulle spalle.

    #4388 Risposta

    Marina Pierini

    Eli se la cosa ti solleva il Tre non ha affatto un comportamento mercantile. E’ un’osservazione superficiale, offensiva e del tutto fuori della tipologia. Queste persone farebbero meglio a parlare di ciò che riguarda i loro limiti piuttosto che svilire e demolire le caratteristiche altrui (pure sballate!!). L’enneagramma non e’ nato per questi scopi e speriamo di essere sempre tutti noi di buon esempio. Come dice er capitan…gli enneatipi sono tutti attorno ad un cerchio e pure quello che sembra a noi er meglio meglio… tiene la rogna! Baciottoloni.

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