HomePage › Forum › Forum ASS.I.S.E. › Tex e company
Questo argomento contiene 92 risposte, ha 1 partecipante, ed è stato aggiornato da un atomo 13 anni, 5 mesi fa.
-
AutoreArticoli
-
TeresaEli hai ragione. Anche Naranjo in “Carattere e nevrosi” dice che i caratteri felici sono Due, Tre e Sette. A me, sinceramente, fanno una gran pena a volte…ops, forse ho esagerato, diciamo tenerezza, ma se si pensa a quello che devono fare per sentirsi amati…il sette che deve sempre far divertire tutti, il Due che si rende indispensabile con la sua disponibilità, il Tre, appunto, che deve fare, fare e fare pure bene( hai ricevuto la mia mail Eli vero?) Certo i tre tipi su citati sono sicuramente più simpatici, piacevoli e ricercati che non un Quattro, tanto per fare un esempio a caso (!), ma, che vuoi fare, ognuno ha la sua croce, se e quando ci decidiamo a posarla…Un abbraccio stretto stretto.
ElisabettaVi ringrazio per la comprensione, questa presa di coscienza ha prrvocato una sofferenza interiore che mi ha fatto capire di aver colpito nel segno, non credo che la vanità sia peggiore di altre passioni, non è questo il punto. Ho capito attraverso questo dolore che il mio “peccato” risiede qui, che è questa l’area sulla quale lavorare per demolire i miei demoni. Anche la vanità si arrocca in un castello per sentirsi superiore ed autonoma, a volte preferisce restare in compagnia di se stessa proprio come l’avarizia, ed allontanandosi dagli altri chiude il cuore in una morsa, e quanto è doloroso poi recuperare quel circolo damore, quel soffio vitale al quale si rinuncia per non restare schiacciati dagli eventi !!
SirenellaElisabetta, hai detto una cosa molto interessante e molto vera. Anche la vanità si arrocca nel suo castello. Così come l’avarizia, come l’orgoglio se vogliamo, così come l’invidia aggiungo io. Grazie hai detto in due parole una cosa fondamentale.
Antonio BarbatoCaro Roberto, spero che tu non me ne voglia se ti ho fatto vedere Tex come un Tre, ma l’esempio era troppo istruttivo della difficoltà di distinguere fra un Tre ed un Otto, per non proporlo. Una precisazione ritengo opportuna sulla interessante metafora di Elisabetta relativa all’arroccamento della Vanità. La Vanità non si arrocca, ma, al contrario, fa di tutto per mostrarsi disponibile alle richieste degli altri ed ottenerne il riconoscimento. E’ l’Inganno che deve, necessariamente, arroccarsi nella percezione emotiva che quello che fa è sicuramente giusto, per cui, l’unica conclusione possibile è che gli altri sbagliano. In definitiva, nel tuo caso, sento troppa sensibilità alla percezione del dolore sottostante e consapevolezza del proprio Disorientamento, per percepirti come un Tre. Che ne dici di esplorare, come ipotesi, le dinamiche del Quattro? Io penso che se una persona sente molto forte l’influsso del Cinque e con altrettanta forza quello del Tre, l’ipotesi più plausibile è che in verità sia un Quattro molto Disorientato. Un abbraccio.
Roberto MaieronCaro Antonio,
quello che provo per te e’ solo gratitudine per avermi aperto gli occhi su di un aspetto del 3, che come dicevo, non avevo veramente compreso.
Non sono una persona che si attacca alle proprie convinzioni, ne’ voglio avere ragione a tutti i costi. Se la penso diversamente rimango della mia idea, ma non per questo le do’ un valore assoluto. In questo caso mi hai convinto in modo pieno e totale. Il modo con cui ho voluto dirtelo era ovviamente scherzoso. Tra l’altro, voglio aggiungere, provo molta invidia per tutti i napoletani che hanno la fortuna di godere della tua conoscenza e della tua esperienza. E, sopratutto, della modalita’ con cui ti proponi, che è
molto umana ed amorevole e che è molto piu’ apprezzabile delle competenze che tu dimostri di avere.
Antonio BarbatoCaro Roberto, scusa per il ritardo nella risposta ma sono stato preso da un improvviso lutto familiare e non ho avuto la capacità di rispondere prima. Grazie per le tue belle parole di affetto, ma, se mi vuoi bene, non mi fare più complimenti. Mi è già difficile, infatti, tenere a bada la Vanità dentro di me, che ulteriori additivi esterni rischiano solo di farmi cadere ulteriormente in questo errore. In verità sono io che ci rimetto nel non poter godere della tua vicinanza più spesso. In merito alle mie presunte “competenze”, io preferisco sempre ricordare a me stesso il proverbio medioevale che recita: se credi di poter vedere un poco più lontano di quelli che ti hanno predecessuto, ciò è solo perché sei un nano seduto sulle spalle di quei giganti. Con affetto, Antonio
Marina Pierini…e io aggiungerei, ad ogni Gigante la dignita’ dei metri conquistati, ad ogni Nano la dignita’ di quel centimetro in piu’ di liberta’. Ciascuno dona quello che ha nella misura in cui ha, senza dover per forza fare paragoni. Del resto il mondo ha bisogno dei giganti tanto quanto dei nani. O no??
Antonio BarbatoCaro Roberto, più leggo Tex e più mi vengono dubbi sull’effettiva tipologia del personaggio: e se fosse, nella sua improbabilità di eroe dei fumetti, davvero un Otto? Nella realtà, nella effettiva e concreta realtà, io conosco una persona che tende davvero ad assomigliare a Tex nella sua instancabilità fisica, nella sua capacità di impegnarsi ed ottenere risultati, e che a lungo ho creduto essere un Tre molto poco integrato, ma che ora, proprio per certe sue somiglianze alle caratteristiche di Tex, mi domando se non sia davvero un Otto. Ah questi Tre…sono così abili nell’essere camaleontici che riescono ad assumere davvero tutte le caratteristiche che l’ambiente gli richiede di assumere!
ElisabettaNon sono tanto daccordo su quello che dici del tipo “tre” Antonio, certe carateristiche come l’adattabilità o la capacità di cambiamento per esmpio si ottengono solo grazie ad un forte autocontrollo. Il tre per lo sforzo continuo che è stato costretto a subire sin dall’infanzia, perde ogni spontaneità nell’agire e, secondo me, non può assumere le caratteristiche della tipologia otto, proprio perchè l’otto non è capace di autocontrollo ed è forse il più istintivo ed impulsivo dei nove tipi. Io credo che anche nel tre, certe caratteristiche sono proprie del tipo e non facilmente modificabili come avviene per tutti gli altri, la capacità di essere camaleontici all’occorrenza, si riferisce solo al fatto di essere inautentici, cioè di adeguarsi al contesto senza riuscire a capire quali siano i propri reali bisogni e desideri.
Marina PieriniTuttavia Eli…il camaleontismo consente di adeguarsi alle richieste dell’ambiente che condiziona la maschera del 3. La mia domanda è….sebbene tutto quanto dici mi sembri coerente, quanto noi dall’esterno, sapremmo riconoscere un vero 8 da un 3 che simula il modello 8 perchè è quello, il modello richiesto dal suo ambiente?
ElisabettaMi dispiace che non ci sia nessun 3 qui nel forum Marina, io posso dirti che avendo frequentato diversi gruppi di 3 ho potuto constatare che ci sono delle carattestiche comuni in questo enneatipo che è difficile modificare come per qualsiasi altro tipo dell’ E. Un esempio può essere l’espressione della rabbia che nel tre, come nel 9 è inibita, quindi penso che se facciamoarrabiareun 8 meglio che ce la diamo a gambe, il tre invece secondo me è talmente controllato che difficilmente esplode. Credo poi che l’8 sia molto in contatto con gli impulsi o gli istinti primitivi e che il 3 invece sia interiormente “freddo”, nel senso non è in contatto stretto con quegli impulsi che governano invece le azioni del tipo 8. Io non riesco a capire quando dite di un tre che vuole essere un 5, un 8 o un altro enneatipo quello che ho percepito nei 3 è questo dramma esistenziale che consiste nell’adeguarsi costantemente ai desideri degli altri con la convinzione che, così facendo, possano ottenere ciò che vogliono, quando invece rinunciano così facendo alla propria vita.
Marina PieriniTrovo riscontro in quello che dici quando parli di certi meccanismi che quando espressi rendono riconoscibile un tipo rispetto ad altri, quindi un esperto conoscitore di enneagramma può certamente annusarli e riconoscerli, ma non concordo su due punti. Ti spiego. Il 3 non è un 1. Per il 3 l’ira non è qualcosa da censurare, piuttosto direi che se qualcuno intralcia un 3 nel suo cammino o provoca la sua rabbia in qualche modo il 3 convoglia le sue energie aggressive esprimendole con modalità che risultano socialmente più accettabili di un calcio nei denti del tipo 8, giusto per citare una qualche reazione ottesca. Non c’è in ogni caso alcuna inibizione anzi, la modalità aggressiva di un 3 spesso si manifesta attraverso comportamenti atti a svalutare e screditare la persona in questione, anche in maniera esplicitamente aggressiva Eli. Il 3 non è in stretto contatto con la persona che si cela dietro la maschera ingannevole che egli ha assunto…è vero, ma questo non lo allontana dai suoi istinti, il discorso è molto diverso, secondo me. Il secondo punto su cui non concordo è proprio questo, il 3 non si adegua ai desideri altrui…..ma solo ai desideri talvolta spesso sottintesi dell’ambiente sociale che esercita su di lui un’influenza decisiva. In genere quindi quello strettamente parentale. Non chiunque in qualunque momento. A differenza di un 6, magari fobico, che assume rapidamente le caratteristiche che maggiormente gli assicurano l’accettazione pacifica dell’ambiente (vedi ad es. il film Zelig con Woody Allen) il 3 non è un camaleonte che cambia continuamente pelle e colore ogni volta che deve proteggersi o sopravvivere o farsi accettare. Solo se le persone o le circostanze che hanno per lui un valore determinante lo richiedono, allora un 3 può adattarsi ad una nuova pelle sposandone completamente le caratteristiche. Dunque il 3 è una personalità che infila sulla propria pelle (ingannando il suo vero io profondo e il mondo) la pelle di qualcun altro. Per questo i 3 non sono facilmente riconoscibili. Se indossano una maschera che non è la loro, in due parole Elisabetta, tu come fai a sapere che dietro quella faccia c’e’ un’altra faccia? Se l’ambiente chiede al 3 di essere lo studente perfetto, magari un po’ arrogante e chiuso come fai a non pensare che si tratta ad es. di un tipo 5? Se il modello richiesto dalla famiglia somiglia al macho, all’uomo virile e sicuro di sè e quindi assomiglia al tipo 8, allora il 3 assume i tratti di un tipo 8, e si comporterà di conseguenza.Sareb be una ben pallida imitazione, un patetico inganno se il 3 non avesse il pregio di essere bravissimo nel recitare a perfezione la parte. la recita così bene che egli stesso crede alla bugia. Egli stesso allontana emozioni disturbanti che potrebbero ricondurlo al suo vero sè pur di mantenere in vita il gioco. Il 3 “diventa” il gioco che sta giocando. Tutto questo non avviene a livello consapevole, il 3 dunque non si adatta con la convinzione che così otterrà ciò che desidera. Questo è un atteggiamento più tipico dei 2 o magari dei 4 anche se con modalità diverse tra loro. Il 3 non è consapevole di non essere sè stesso, egli semplicemente assume quella forma e “diventa” quella forma con tutto sè stesso. Io sono ciò che faccio. Se faccio l’8 allora sono un 8 e non solo…sono un 8 perfetto! I 3 a mio avviso sono gli enneatipi più equivocati di tutti, mi sono resa conto che si tende a dare per scontato che la maschera che loro indossano è un inganno palese a tutti, anche agli occhi degli stessi 3, ma questo è un errore. L’inganno è una Passione. L’inganno deve essere perfetto affinchè funzioni e porti il 3 a quell’accettazione sociale che è fondamentale per lui. Se l’inganno è perfetto, solo un acuto osservatore può riuscire a percepire la maschera e il viso dietro quella maschera. Non so se sono riuscita a spiegarmi…fammi sapere, mi fa piacere parlare di questo difficile enneatipo.
ElisabettaHai ragione riguardo all’aggressività dei tipo 3, quando gli pesti i piedi o lo intralci nella realizzazione dei suoi obiettivi o più ancora quando non ottiene la considerazione cha desidera esplode senza nessun riguardo, però il tre ha dei limiti entro i quali muoversi, non è impulsivo. Quello che dobbiamo maggiormente considerare nello sviluppo di questa personalità è lo sforzo o la fatica continua di doversi adattare alle richieste dell’ambiente e questo non mi sembra da poco. Tu dici che questo processo è inconsapevole cioè che il tipo 3 non ne è cosciente, per me è difficile capire questo atteggiamento di oscuramento totale della propria natura. Conosco dei tre che ad un certo punto della loro vita si sono resi conto di fare cose che non gradivano affatto, parlo di sport o di interessi vari, intrapresi senza un reale desiderio, ma con l’unico scopo di sentirsi parte di un contesto nel quale si sentivano gratificati, ma penso comunque che prima o poi un “forte” disagio deve pur uscire in qualche modo !! Tornando alla coppia 3 e 8 mi sembra difficile che il comportamento antisociale ed aggressivo di un 8 possa venir richiesto dal contesto sociale, tra questi due tipi vedo una differenza netta, li vedo proprio come due poli opposti, l’uno che cerca l’approvazione degli altri e la “perfezione”, consacrando quei valori sociali che sono “oggettivamente” parte del contesto generale nel quale si vive, l’altro è anticonformista, antisociale, senza limiti e senza interesse alcuno dell’approvazione degli altri se non dello stretto gruppo sul quale detiene il controllo o il potere di essere rispettato.
ElisabettaA pensarci ci sarebbe molto da scrivere per descrivere le differenze che ci sono nel tre paragonato ad altri tipi ma io non riesco a scrivere molto un’altra fiflessione adesso di viene in mente se penso a mia sorella che è un tre, posso dirti che era un’ottima studente, si è laureata con il classici 30 e lode, non ha mai avuto amici e rifiuta qualsiasi rapporto sociale ma come confonderla con un 5 ? E’ impossibile perchè non dimentica mai se stessa, la cura personale, e sa difendersi nel senso che è perfettamente in grado di tutelare i suoi interessi cosa che un 5 spesso non riesce a fare. Io penso che la vanità sia facilmete visibile da tante caratteristiche caratteriali, tu non pensi che sia impossibile essere determinati nei pripri scopi ed avere un atteggiamento dimesso e rinunciatario di un 5?
Antonio BarbatoCara Eli, il discorso sui Tre è particolarmente complesso perché, nel loro incarnare i valori richiesti dall’ambiente sociale, si identificano totalmente in essi perdendo il contatto con se stessi. A proposito della complessa interazione Tre/Otto a livello di riconoscimento, posso dirti che hai una idea un po’ forzata di un Otto. In linea di massima l’atteggiamento anti sociale è una forzatura, una deriva, di questo tipo più che una sua caratteristica propria. L’Otto è un gaudente, un compagnone sempre pronto ad un altro bicchiere, ad un’altro spinello, a darsi con piacere e per il piacere, non necessariamente un predatore che agisce senza alcuna considerazione delle opinioni altrui. I due tipi possono confondersi perché, in taluni casi, un Tre apparentemente è più macho di un Otto o più iper femminile di un Tre. L’esempio di Tex è forse più mitologico, nel senso che appartiene più alla fantasia che alla realtà, ma i molti film nei quali John Wayne che era un Tre ed incarnava personaggi Tre, si manifesta duro, combattivo e poco sensibile, abbondano. La vera differenza fra i due tipi sta, io credo, nella capacità di manipolare la propria immagine, nel senso che un Tre è sempre interessato a vendere un immagine di perfezione, mentre l’Otto è più aderente alla sua realtà interiore e si manifesta, nel bene o nel male, per quello che è. Come ho scritto pochi giorni fa io conosco una persona e sono sicuro che è un Tre, ma la sua durezza, la capacità di esprimere con veemenza la rabbia, la desensibilizzazione verso se stesso e gli altri, l’arroganza e anche la capacità di essere un compagno gradevole (quando vuole) a tavola e nelle scorribande, e la sua passione sconfinata per la caccia dura e senza limiti, mi fanno restare, talvolta, davvero perplesso. Un Tre, infine, può tramite la sua dedizione alla carriera (meglio dire così piuttosto che dedizione al lavoro), vedere rarefatti i suoi contatti sociali, ma non si confonderà mai con un recluso e rinunciatario (quando, ovviamente, lo è) tipo Cinque. Ciao piccola e simpaticissima Quattrocchia!
-
AutoreArticoli